La Bruna, Vita quotidiana

Ultimo giorno di asilo

Al mare

E tra un po’ avremo il meritato riposo

Dicono che i bambini siano crudeli. Forse, o forse sarebbe meglio dire sfacciati, immediati, preda di sentimenti assoluti che si trasformano nell’opposto esatto in mezzo minuto. Non lo so, non ho grande dimestichezza con bambini più grandi delle mie figlie, però oggi è l’ultimo giorno di asilo e mi spiace sapere che alcuni dei cinquenni che quest’anno erano in classe con la Bruna il prossimo anno non ci saranno più.

Il perché è presto detto: in una classe di 28 davvero eterogenea i bambini più grandi hanno accolto la Bruna in tutta la sua diversità e poche parole e ne hanno fatta una di loro. Me l’hanno anche chiesto: perché parla così poco? Perché è pasticciona? Ma le hanno anche scritto «Voglio venire a giocare a casa tua!» sul quaderno del compleanno e quando vado a prenderla alle quattro c’è sempre qualcuno che sta giocando con lei (saranno crudeli ma hanno una pazienza infinita, perché a volte giocare con la Bruna può essere un’esperienza, come dire, scoraggiante).

In bocca al lupo per le elementari e grazie: soprattutto a E. che la prende per mano e la aiuta a riordinare, a S. che le insegna a cucinare per finta, a M. che ogni giorno l’aspetta per uscire insieme dall’asilo e infine a M. che la fa ridere a crepapelle giocando a “miao miao”.

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Grandi tappe, La Bionda

Spannolinare una Bionda

Io e la Bionda

Io e la Bionda

Ho comprato una quantità di pannolini che forse non mi serviranno più perché la Bionda ha deciso di spannolinarsi. Lo ha proprio deciso lei che da qualche giorno protesta con veemenza inaudita e rivolge inviti espliciti a me, David e alla nonna di toglierle questo coso fastidioso per lasciarla libera di fare come vuole lei.

Ed è bravissima, bisogna dirlo, ma il rovescio della medaglia è che ora vuole stare nuda sempre e ovunque: così sabato sera gli ospiti del ristorante in cui eravamo hanno assistito alla performance à la “Hair” di una piccola danzatrice bionda senza scarpe e culo all’aria che volteggiava felice e leggiadra sul prato vicino ai tavoli e protestava con la mamma perché questa – ai suoi occhi incomprensibilmente pudica – si rifiutava di toglierle anche il vestito per lasciarla come natura vorrebbe.

Superato il primo scoglio – dare un senso alla presenza del vasino in casa – ora il next step sarà capire che la mutanda va indossata e quindi tirata giù quando qualcosa scappa. Poi anche i pantaloni, in attesa del mare e dei giorni in cui potrà darsi, libera e bella, alle sue performance nudiste.

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il papà, La Bionda, La Bruna

Non farò il terzo figlio

La Bionda è nata quasi due anni esatti dopo la Bruna: la coincidenza stagionale fa sì che tutti i vestiti della Bruna passino alla piccola e che solo dopo questo passaggio vengano archiviati. Il punto è questo: metto via i vestitini ormai troppo piccoli – non tutti, qualcuno lo regalo o lo rivendo – in attesa di qualcosa che non verrà, ovvero un altro bambino.

Nella mia testa c’è sempre stato spazio per un terzogenito, anche se ormai ho compiuto i quaranta e l’impegno – economico soprattutto – non è mai stato da sottovalutare. Ma la diagnosi della Bruna è calata come una paratia antifuoco tra noi e un ipotetico altro bambino, visto che a quanto ci han detto il rischio per i fratelli di un bimbo autistico c’è e va tenuto a mente.

È un rischio e bisognerebbe scommettere, e non credo che noi lo faremo. Dovremmo essere contenti perché c’è chi di figli non riesce ad averne e noi comunque ne abbiamo due? Sì, ma quando la tua vita prende bruscamente una nuova via inaspettata tutto deve essere ripensato e metabolizzato, e il desiderio di un altro bambino non fa eccezione. C’è chi lo fa comunque – questo blog mi ha dato l’occasione di entrare in contatto con altre mamme di figli nello spettro autistico che hanno prole numerosa – e ha davvero tutta la mia ammirazione:  io però no, anche se so che che avrò deciso quando finalmente non metterò più via vestitini per un futuro che non c’è.

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