Grandi tappe, La Bionda

Parole e pannolini: nel frattempo, la Bionda…

Prima spannoliniamo, al ciuccio ci pensiamo un'altra volta

Prima spannoliniamo, al ciuccio ci pensiamo un’altra volta

La Bionda parla, o almeno ci prova. Abituati alle parole soppesate con cura dalla Bruna questo effluvio di tentativi di discorso ci intontisce, anche perché la Bionda per il 75% del tempo parla quello che in inglese si chiama gobbledygook, una polenta di parole che hanno senso solo per lei.
Il secondo progresso è sul fronte spannolinamento: a quasi due anni la piccola si rende conto che nel suo corpo succede qualcosa di cui può ottenere il controllo, ma siamo ancora nella fase “te lo dico quando l’ho già fatta”. Bene, tanto abbiamo tutta l’estate davanti per provare a dire addio agli odiosi pannolini: in attesa di rispolverare i pannolini lavabili è davvero gran cosa vedere la differenza che fa su un bambino passare dai pannolini che assorbono mari di pipì a quelli un po’ meno potenti grazie ai quali la Bionda si rende conto di essere zuppa e comincia a segnalare infastidita che sto pannolino s’ha da levare. Su questo tema ovviamente in famiglia si creano grandi divisioni perché io, mamma entusiasta all’idea di:

  • non avere più un fasciatoio ingombrante in camera delle bimbe
  • non dover mai più cambiare il pannolino a un derviscio volante

lascio volentieri che la Bionda si aggiri per casa nuda, non curandomi delle conseguenze immaginabili che invece gettano nel panico Papone, il quale ha un evidente problema con le deiezioni solide delle figlie e mai e poi mai si avvicinerebbe al prodotto se non dotato di un idrante con cui spazzarlo via (soluzione impraticabile tra quattro mura).
Dai Bionda, promettici che per l’estate ci avrai liberati dallo spannolinamento e sapremo ricompensarti come si deve.

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La Bionda

Dall’asilo nido al nido in famiglia

La Bionda è a casa con la nonna. Per motivi immaginabili con facilità – gira tutto intorno ai soldi – abbiamo deciso che il nido che frequentava non era più l’ideale per noi e l’abbiamo ritirata, così ora è in stand by in attesa di nuova sistemazione.

La Bionda all'asilo nido comunale di Martinengo

La Bionda all’asilo nido comunale di Martinengo

Cambiare nido sarà un bene per la bambina? Me lo sono chiesta, vediamo, circa ottomila volte al giorno prima di scegliere di dire basta al vecchio nido, dove la Bionda andava volentieri, chiedendomi se questo gioco sulla sua pelle le avrebbe creato dei problemi, e se non era il caso di fare uno sforzo per tenercela fino all’estate per poi cambiare. Ma questa estate la Bionda compie due anni, e forse il distacco sarebbe stato più duro.

E così abbiamo scelto il nido in famiglia. La mia idea di comunità deriva dalla prima esperienza di nido della Bruna e della Bionda, una splendida realtà – ne ho parlato qui – in cui le educatrici gestivano senza fare una piega circa sessanta bambini il cui tasso di divertimento, benessere e opportunità di crescere con tanti stimoli era sotto gli occhi di tutti. Invece ora la Bionda sarà una di pochi bimbi, due dei quali più o meno suoi coetanei. L’educatrice mi piace e ha idee che condivido, ma comunque mi chiedo se sarà abbastanza per una bimba esuberante e curiosa come è lei. D’altro canto, una bimba esuberante come lei forse ha proprio bisogno di un ambiente più tranquillo e raccolto per crescere al meglio.

E scatta un pensiero alla sezione primavera della scuola materna. La mia fiera opposizione a questa scelta sta vacillando, sempre per il soliti motivi economici: l’idea è di informarsi – al comune, dai genitori, dal panettiere pettegolo – su come funzioni (sempre che esista o che si faccia) la sezione primavera qui alla materna che frequenta la Bruna, e poi decidere. I pro: la Bionda è molto sveglia e il prossimo gennaio, quando avrà due anni e mezzo, potrà forse essere spannolinata, loquace e indipendente abbastanza da essere in grado di affrontare una sezione primavera. I contro: un altro cambio in corsa dopo aver iniziato l’anno al nido. Le stiamo chiedendo troppo?

Tu che passi di qua, hai fatto una di queste scelte? Mi rincuori? Se hai voglia di lasciarmi il tuo pensiero, testimonianza o altro questa mamma un po’ preoccupata te ne sarà grata.

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La Bionda, La Bruna

Bilancio di salute: bocciata.

No, Bruna e Bionda stanno bene, non è un problema loro. Sono io: da secchiona che ero – agli esami era difficile cogliermi impreparata e paura di dare un esame non l’ho avuta mai – ora tremo davanti al bilancio di salute delle mie figlie perché il pediatra mi interroga e io non ci faccio mai una gran figura.

Insomma, ho portato le Pupe per il bilancio di salute perché andava fatto dato che il nuovo pediatra non le conosceva, e tutto è andato come da copione.

«Signora, la bimba è irrequieta, mi aiuti che facciamo prima: quanto pesa?»
«Mah. Forse dodici chili?»
«Forse? Non la pesa mai? Comunque sono 13 e mezzo.»
«Buono a sapersi!»
«Mi dica, il fluoro glielo dà?»
«Talvolta. Ehm, ma fa caldo in questo studio eh?»
«Va bene, quanto fluoro?»
«Non ne ho la minima idea, me lo scordo sempre. Mi scusi.»
«Non si scusi, la bimba è sua. Le vitamine d e k gliele ha date i primi mesi di vita?»
«Non ricordo bene, ma direi di no.»
«Oook. Ha mica portato i dati registrati alla nascita?»
«No, non pensavo le servissero.»
«Ricorda qualcosa? La circonferenza cranica?»
«Ehrrr, forse cinq…»
«No signora, cinquanta impossibile, quella semmai era la lunghezza.»
«Va bene, allora facciamo che le mando una mail con tutti i dati che le servono, meglio no?»
«Sì, meglio. Ma non li trascriva lei, mi fotocopi gli originali.»

Ripetete il tutto per due bambine e avrete il grado finale del mio imbarazzo. Ho deciso che sulla mia prossima agenda segno tutto e la prossima volta nessuno mi frega più. Sempre se non la dimentico a casa.

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