Grandi tappe, La Bionda, La Bruna, Sorelle

Bilancino di fine anno

Chi mi segue su Facebook viene costantemente aggiornato sui progressi della Bruna, ma per chi non fosse in contatto con me sul social network ecco un piccolo bilancino riassuntivo. Quest’anno è stato un buon anno, progressi ce ne sono stati parecchi, da quelli che mettono in gioco le abilità motorie più o meno fini – mettersi e togliersi le scarpe o infilare delle perline in un filo non rigido, tanto per dirne due – a quelli più prettamente sensoriali, basti pensare alle feste di compleanno con musica assordante, animazione e bambini vocianti e una Bruna in estasi e ballerina più che mai, cosa che l’anno scorso ci saremmo fermati davanti alla porta d’ingresso e avremmo girato i tacchi per tornarcene a casa.

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La socialità cresce così e così, perché naturalmente ci sono occasioni in cui non riesce ancora a lasciarsi andare, ma non ci lamentiamo, tutto sommato è anche questione di carattere e se non sei sfrontato come lo è spesso la Bionda pace, va benissimo anche così.

Poi ci sono le cose insuperabili, quanto meno in questo momento, con speranza di scavallarle presto, per quanto siano tutto sommato cavolate. Qualche esempio?

– Gli asciugamani ad aria dei bagni pubblici. La Bruna, pur mostrano lievi segni di accettazione/rassegnazione, non li tollera. Problema comunissimo tra i bambini nello spettro, ho scoperto. In effetti casino ne fanno un bel po’: la Bruna quando deve farla ci chiede se “c’è l’aria” in bagno e per il momento basta giurarle che l’aria non verrà messa in funzione (quasi mai vero, perché in bagno qualcuno c’è sempre, ma basta scappare a tutta velocità).

Tanti auguri a te: credo sia la canzone più odiata dalla Bruna, che non tollera i festeggiamenti. Cioè, tutto il contorno sì, ma non il momento dello spegnimento delle candeline-canzone-applauso: quello no, la getta in modalità panico e pianto. Non per niente la sua festa all’asilo viene chiamata la “festa silenziosa”.

Seghe, trapani, martelli pneumatici e quanto altro: dipende da quanto siamo distanti e quanto di sorpresa vengono messi in funzione. Anche la centrifuga non è ben vista, per quanto il prodotto venga gustato più che volentieri.

Paure random, perché la vita è bella se ha un margine di imprevedibilità. Ultimo in ordine di apparizione, uno scivolo chiuso (tipo tubone), che la Bruna non si è sentita di affrontare, rimanendo impalata e piangente all’imboccatura finché David non l’ha recuperata. Nemmeno la Bionda, che invece ci sfrecciava dentro ai duecento all’ora gridando “uiiiiiiii”è riuscita a convincerla, questa volta.

E dunque un anno è passato, e ora via con il centro estivo che per tutto il mese di luglio vedrà unite Bionda e Bruna con risultati che io e David non siamo in grado di prevedere. Vi terrò aggiornati.

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La Bionda, La Bruna, Sorelle, Vita quotidiana

Repetita non serve a niente

Le ore del giorno e della sera passate con la Bruna e la Bionda sono occupate militarmente da una raffica di rimproveri, poveri tentativi di arginare l’esuberanza delle due pupe che a loro modo vogliono scoprire il mondo e piegarlo alle loro esigenze. La Bruna è più grande e quindi in questa fase ci sta sfinendo con un incessante “Cos’è?” rivolto anche alle cose che più le sono familiari  – ma questa è facile, tutto sommato: invece già pensiamo con terrore alla fase successiva, quella del perché – ma ogni tanto regredisce in allegria per fare compagnia alla sorella piccola, che invece è tutta concentrata sull’esplorare fisicamente qualsiasi cosa le stia intorno.

Insomma, ogni giorno non facciamo che dire le stesse cose, sempre quelle, fino alla noia, e mi sorprende che poi io e marito si abbia ancora qualche capacità di conversare con altri termini e locuzioni. E dunque queste sono le frasi che in famiglia vanno alla grandissima:

Alla Bionda in qualsiasi bagno si trovi: «Non leccare lo scopino del cesso!»
Ogni volta che apro la lavastoviglie moltiplicato per due figlie: «Non entrare nella lavastoviglie!»
Alla Bionda appena resta senza pannolino: «Dovevi pisciare proprio adesso?»
Tutto l’inverno, causa nasi perrennemente colanti: «Non pulirti il naso con i vestiti»
Alla Bionda che si è rotta di provare a mangiare con il cucchiaino: «Non mangiare le stelline in brodo con le mani, per favoreeee»
Alla Bionda quando entra in bagno con qualcosa in mano, e sempre troppo tardi: «Non buttarlo nel cesso!»
Io quasi piangendo, quando una delle due è molto malata (cioè quasi sempre): «Per favore, non scambiatevi i bicchieri»
Alla Bionda sul fasciatoio in compagnia del suo spazzolino da denti: «Non grattarti il sedere con lo spazzolino!»
Alla Bionda e alla Bruna quando sono immerse nella vasca da bagno in un mare di sporcizia e detergenti: «La finite di bere l’acqua del bagno?»
Alla Bionda: «La nanna proprio nella cesta pelosa del gatto?»

Se pensate che siano frasi anche solo lontanamente carine e simpatiche, allora non avete figli. Mi consolo pensando che si ripetano allo stesso momento in molte altre case. Se volete contribuire alla lista con i vostri tormentoni, li leggerò volentieri e mi consolerò ancora di più.

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La Bionda, La Bruna, Sorelle

Crescono insieme

“Che bello, così poi crescono insieme!”.
Questa è la frase che ha accompagnato me e marito per tutta la gravidanza della Bionda e poi fino a oggi, ogni volta che siamo in giro con entrambe e qualcuno nota che tra le pupe c’è poca differenza d’età. Per essere precisi, la Bruna e la Bionda hanno due anni esatti di differenza: la Bruna ha tre anni e un mese e la Bionda ha compiuto un anno due giorni fa.
Ed è vero, cresceranno insieme, e mi diverto a immaginare un futuro roseo fatto di grande complicità e condivisione di cose, amici (mmm, forse), e segreti, anche se poi intravedo anche momenti di litigi furibondi – ne abbiamo già diversi esempi – ma il bilancio fino a ora di questa crescita in parallelo al momento pende più verso l’espressione “un incubo!” che verso “che meraviglia!”
Già, perché per quel che riguarda la mia personalissima esperienza fare due figli a distanza di due anni è la cosa meno raccomandabile del mondo. Perché l’ho fatto? Per prima cosa, perché la Bruna è stata a lungo la Prima Figlia Perfetta: fino ai due anni è stata brava e buona, più o meno dove la mettevi stava, mangiare mangiava qualsiasi cosa, al ristorante veniva sempre lodata da qualche avventore per la sua capacità di stare al tavolo senza voler scendere e fare casino, limitandosi a giocare con i giochini portati da casa. Quindi, perché non tentare il bis? Seconda cosa, l’età avanza – quest’anno sono quaranta – e quindi io e marito ci siamo detti: proviamo. E nel giro di poco tempo ecco il test positivo, la Bionda sarebbe nata poco dopo lo scoccare dei due anni della Bruna.
Ma tu la bambina l’hai preparata alla nascita della sorella? Come no: seguendo i consigli di tutto il mondo e di ogni sito web sulla seconda maternità, abbiamo cercato di spiegare alla Bruna che quella pancia che cresceva non era solo la mamma che diventata sempre più grassa ma che lì dentro c’era una bambina piccola piccola e via discorrendo, ma quando hai una bimba che non parla e poco fa capire dei suoi sentimenti hai voglia a capire cosa le sta passando per la testa e per il suo piccolo cuore.
Così a un certo punto è nata la Bionda, e la Bruna è entrata di colpo nel ruolo di sorella maggiore e nei suoi “terrible twos”, i terribili due anni. Combinazione micidiale. La Bruna ha espresso tutto il suo disappunto per la nascita della Bionda mettendosi a piangere come una fontana al loro primo incontro all’uscita dall’ospedale, per poi ignorarne l’esistenza per la maggior parte del tempo. Tranne ovviamente quando la Bionda aveva bisogno di nutrirsi, momento in cui anche la Bruna si ricordava di avere una voglia terribile di latte di mucca, mai bevuto in vita sua, e versato nella tazza dalla mamma, ovvio, mica da papà: questa cosa che la piccola di casa avesse le attenzioni della mamma e se la mangiasse pure attaccandosi al suo seno proprio non le andava giù. Ma tu hai provato a coinvolgerla invitandola a dare la tetta o il biberon alla sua bambola? Chiaro. Ma alla Bruna non gliene fregava proprio niente, così come di tutte le altre operazioni svolte sulla Bionda, dal cambio pannolini al bagnetto eccetera eccetera.
E così per almeno otto mesi, fino a quando la Bionda non ha imparato a gattonare e la Bruna ha cominciato a considerarla qualcosa di più di un giocattolo che non le piaceva. Oggi va meglio, ma a volte è così difficile accontentare davvero entrambe che le riflessioni arrivano da sole: abbiamo fatto bene? Lo rifaremmo? Siamo stati incoscienti? Non lo so è la vera risposta: quando poi il figlio ce l’hai non ti viene certo in mente di dire che è stato un errore, ma se dovessi dare un consiglio a una mamma-di-uno ansiosa di diventare mamma-di-due le direi certamente di aspettare e arrivare almeno a tre anni di differenza. Oppure di farlo subito, appena scodellato il primo. A meno che nell’equazione non siano presenti dei nonni molto presenti, in grado di lenire almeno un po’ la sofferenza del primogenito, o comunque una famiglia allargata frequentabile ogni giorno: perché i parenti saranno anche serpenti, ma a un certo punto della vita averli vicini è come vincere alla lotteria. Ma questa, anche questa volta, è un’altra storia.

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