La Bruna

Questa bambina

Ci godiamo la nostra settimana mare-sole-mare e penso che ci dovremmo godere sempre tutto, noi e questo Spettro che si è trasferito a casa nostra senza essere invitato. Solo che, come si dice, è complicato.

È impossibile, impossibile per un genitore normodotato intellettualmente e mediamente educato non cercare di arginare il proprio figlio ogni volta che esagera, ogni volta che dice, fa, improvvisa qualcosa di inappropriato, ogni volta che disturba, ogni volta che mette in imbarazzo tutta la famiglia.

Impossibile non spazientirsi ogni volta che questo figlio non vuole fare qualcosa, ha paura, guarda, lo fanno tutti gli altri bimbi, perché tu no? Perché sei diverso? Perché non puoi essere anche tu come tutti? Alla faccia della ricerca dell’unicità.

Figuriamoci per noi. Ma oggi è vacanza, c’è il sole, il mare è stupendo e allora voglio costringermi a vedere ogni volta, in ogni occasione, le due facce della stessa medaglia.

Per dire che ho una bimba terrorizzata da cose, rumori, situazioni nuove ma quando decide che è ora allora poi è per sempre, indietro non si torna. Questa bambina che due anni fa sedeva in spiaggia rannicchiata su stessa con le mani sulle orecchie – e che ci aveva fatto giurare mai più mare – oggi ha preso i braccioli ed è partita dicendo ciao, vado a raggiungere quella barca laggiù.

Questa bambina ha sempre avuto una risposta per tutto, il 90% delle volte però era la risposta sbagliata. Detta tanto per dire, per non tacere, per compiacere. Davanti a due opzioni, la scelta era meccanica, sempre l’ultima. Questa bambina ha preso coraggio, i neuroni hanno fatto click e oggi riconosce di non sapere. Ogni “non lo so” per noi è un cin cin con uno champagne di quelli seri.

Questa bambina è inappropriata. Vogliosa di socializzare non sta tanto lì a scremare e saluta un po’ tutti, attacca bottone con chiunque. Non sarà materia di cui godere a lungo, nella vita bisogna essere appropriati, ma per ora questa cosa porta nuove conoscenze fatte lì per lì, come quando al centro commerciale ha visto una cagnona adorabile e il giorno dopo eravamo al lago insieme ai suoi padroni a vedere la cagnona fare allenamento per salvare chi sta per affogare.

Tra l’altro: diffidate degli adulti che non rispondono o fanno finta di non sentire un bambino che gli dice ciao.

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15 thoughts on “Questa bambina

  1. ami says:

    daniela, ciao. Ti seguo da un po’, apprezzando ogni tuo post. Ma questo in particolare mi ha commossa. Io non ho figli, però mi immagino mamma, un giorno non troppo lontano. E preghi perché siano sani, perché tutto sia “normale”. Ma la vita non ti da sempre quello che vuoi; a volte, però, ti da comunque tanto. Mi sembra che sia questa la vostra famiglia: tanto, tantissimo. E la Bruna e’ fortunata ad avere voi, e voi siete fortunati ad avere lei. Ciao, un abbraccio, fortissimo.

  2. Come si può far finta di non sentire una bimba che dice ciao? Che cuore chiuso che hanno.
    Capisco che certe persone non sanno affrontare i bimbi diversi, le persone diverse e si comportano in modo inappropriato, si sono quelli “normali” gli inappropiati, ecco.

    • Daniela Scapoli says:

      Ma chi lo sa, comunque non si tratta solo della Bruna, in generale ci sono persone che fanno così. Mi stupiscono parecchio e mi sembrano strane, poi ognuno avrà i suoi buoni motivi.

  3. francesca m says:

    Comunque la bruna con la sua età può ancora permettersi di salutare tutti, soprattutto se al seguito c’è un cagnone … ecco magari cerchiamo di non vedere sempre il patologico, perchè i bimbi si sentono poi sempre sotto esame e diventano ansiosi (lo dico a me stessa per prima).
    I bimbi sono di per sè diversi dagli adulti.
    In generale tutti i bimbi a volte sono inappropriati e mettono in imbarazzo i genitori …. magari alcuni lo fanno più spesso; però di paurosi ce ne sono tanti -mica solo i nostri-, io da piccola ero paurosissima e anche tragica, tanto che il pediatra mi chiamava eleonora duse. Pensa che mi sono messa a piangere un giorno perchè mi aveva fatto paura la parola “angolo”. E odiavo (e odio) tutte le cose nuove che non conosco.
    Sai cosa dice mio marito – altro pauroso -: che la paura è sintomo di intelligenza, perchè quello che ti frena è il fatto che ti vengono in mente tutte le possibili conseguenze. Il piccolo ha incastrato lo spazzolino nello scarico del bidè e il grande era già in crisi perchè “ho paura che si allaghi tutta la casa”; poi però si è calmato perchè gli abbiamo spiegato che l’unica paura era il costo dell’idraulico ;-).
    Vedrai che quando supererete il problema comunicativo verrà fuori la sua intelligenza.
    Il problema comunque non è mai la paura, ma la capacità di esprimere tale emozione in modo più appropriato e quindi di regolare la risposta emotiva.
    Comunque capisco la fatica e l’imbarazzo … però mi sono accorta che se guardo mio figlio con gli occhi degli altri è molto più normale di come lo vedo io … e questo non va bene per niente.

    • Daniela Scapoli says:

      Ciao Francesca,

      credo che non ci siamo capite, sai. Non ho messo in luce nulla di patologico, solo che alla Bruna manca ancora il senso dell’opportunità di salutare un po’ chiunque veda, per quanto al momento la cosa non ci crei alcun imbarazzo. Io non provo imbarazzo per le cose che fa mia figlia, semmai per quelle che fa l’altra mia figlia neurotipica perché ci mette una bella intenzione.

      Sulla paura, non ne parliamo proprio: certo che ha ragione tuo marito, quel tipo di paura che dice lui è segno di prudenza e ci siamo, per il resto parlo di reazioni incontrollabili e incontrollate, di terrore vero e proprio, quello dovuto a ipersensibilità (troppo rumore, in genere): ma adesso, spesso, per fortuna è in grado di dircelo che una cosa fa troppo rumore e lei non ci vuole avere a che fare. Il mio sguardo su mia figlia è senza dubbio speciale ma credo di conservare una buona dose di obiettività.

  4. francesca m says:

    Scusa se insisto sulle paure, però anche il mio cucciolo a 2/3 anni era terrorizzato dai rumori, e io credevo che fosse infastidito dal rumore stesso come dici tu; ora che comunica molto di più però ne do una lettura diversa perchè quando sente un rumore si spaventa e mi chiede subito “cosa è stato questo rumore?” e quando gli spiego la natura del rumore lui immediatamente si calma. Quindi non è un problema di ipersensibilità, o per meglio dire lui viene colpito dagli stimoli sensoriali ma questi lo mettono in uno stato di ansia perchè evidentemente ha un atteggiamento super vigile sull’ambiente che lo circonda perchè ha paura che chissà cosa capiti ma una volta spiegato il motivo del rumore rientra in uno stato di tranquillità. Quindi il rumore non gli da fastidio, gli crea ansia perchè altera l’ambiente e lo mette in stato di allarme.
    Ovviamente questo vale se non si esagera veramente con il rumore: ad es. gli da molto fastidio il pianto del fratellino (che comunque quando fa i capricci da terrible two sa essere ben fastidioso), ma in ogni caso da quando ha imparato a dire “mi da fastidio” sopporta meglio anche perchè non è possibile non averci a che fare 😉 e si mette le mani sulle orecchie.
    Provo a riassumere la mia idea: il dolore fisico provocato da un rumore troppo forte secondo me porta a mettersi le mani sulle orecchie e ad allontanarsi dal rumore; il terrore molte volte secondo me è portato dal non conoscere il motivo del rumore e una volta capito il motivo si calma l’ansia.
    Poi la stanchezza e lo stress diminuiscono di tanto la capacità o meno di sopportare rumori forti o altri stimoli sensoriali, mentre invece il piacere di fare qualcosa aumentano la capacità di resistenza. Infatti ora che ha scoperto che è molto divertente andare sulle giostre, guarda caso il casino mostruoso delle giostre (che a livello di decibel è notevole) non gli da più fastidio, mentre in passato le giostre lo spaventavano pure da lontano. Non è possibile che il comportamento di allora fosse solo determinato dal dolore provocato da una reazione fisica, era che probabilmente non capiva la provenienza di quel rumore e si spaventava pensando che fosse qualcosa di pericoloso.

    L’intenzione la mettono tutti, nel senso che c’è sempre un motivo. Anche chi ha stereotipie motorie, le attua perchè queste gli danno un piacere sensoriale. Direi che solitamente i bimbi – tutti – non sono mai intenzionati a darci fastidio o a metterci in imbarazzzo; quelle sono sempre spiacevoli conseguenze.

    • Daniela Scapoli says:

      Riciao,

      scusa l’assenza, siamo stati un po’ in vacanza. Dove, finalmente, la Bruna ci ha dato dentro con l’amore per il mare, evviva. Sì, hai ragione, però credo che nel caso di mia figlia ci sia un bel mix di ipersensibilità e un po’ di ansia, ma lei dice di non sopportare alcuni rumori precisi. Comunque più o meno è quello che hai riassunto a metà della tua risposta. E poi ancora sì, certo che c’è sempre un motivo, qua l’ecolalia/autostimolazione con la ripetizione a memoria dei cartoni animati va alla grande. Che sia corretto stopparla, ne ragioniamo spesso con la nostra Abista.

  5. Aurora says:

    Anche per mio figlio ( quasi 3 anni e mezzo e nello spettro ) la risposta è SEMPRE l’ultima opzione che gli dai!! Quanto all’ecolalia lui è ancora un po’ indietro con il linguaggio quindi non ripete frasi intere, ma temo che lo farà : produce continuamente vocalizzi afinalistici, emessi senza intento comunicativo ma solo allo scopo di stimolarsi sentendo la propria voce. Lo faceva anche la tua bambina?

    • Daniela Scapoli says:

      Ciao Aurora,

      mia figlia è stata diagnosticata più o meno a tre anni e mezzo e la sua situazione era forse un po’ diversa: non hai mai vocalizzato come intendi tu ma, sostenuta da una grande memoria, conosceva un sacco di singole parole (e in effetti nei primi testi la denominazione è stata in assoluto il suo punto forte, lo è ancora). Era incapace, però, di fare una richiesta semplice come chiedere un bicchiere di acqua, si limitava a dire acqua o a indicare o ad accompagnarci vicino alla cucina. Era super-stra-ecolalica in maniera diretta, ovvero ripeteva esattamente quel che le dicevi tu (qualche rara volta le scappa ancora). Altrimenti era solo e sempre silenzio.

      Piano piano, con il lavoro, l’ecolalia diretta è sparita (perdonami se magari sono approssimativa con i termini, non sono una specialista), ma è emersa questa sorta di autostimolazione che appare quando è rilassata, non occupata.

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