Senza categoria

Quanto mi costi, figlio mio

I’m on a mission to civilize, diceva Will McAvoy in The Newsroom: vorrei adottare questa frase non perché voglia  educare qualcuno ma perché sempre più spesso mi capita di leggere cose sulla maternità sulle quali non posso non dire la mia. L’ultima è stata la questione spannolinamento e oggi invece l’annosa questione “quanto mi costerà caro il pupo” derivata dalla lettura di questa lista sul sito mammaoggi.it
Pur non essendo una fan dell’approccio secondo il quale quasi nulla sarebbe necessario al bambino se non l’amore di mammà ed essendo, quando possibile, una spendacciona, rimane vero che alcune voci elencate non vengono mai asteriscate con una dicitura “non è detto che vi servirà”, mentre invece tutto sembra finire nel calderone dello stretto necessario a cui una quasi mamma crederà ciecamente, così come avrei fatto io quando ero incinta della mia prima figlia se non avessi avuto amiche già mamme a consigliarmi dove spendere e dove no.
Ok passegggino, lettino, vestiti e calzature, il seggiolino per l’auto e i pannolini e qualche altra cosa, ma invece:
– il biberon: perché elencarlo senza una postilla che dica che se allatti al seno probabilmente non ti servirà? Perché è ovvio, mi si dirà: solo che io, quando ero incinta, di bambini sapevo meno di zero e per qualche strano motivo davo per scontato che prima o poi mia figlia avrebbe avuto necessità di un biberon. Invece poi la Bruna non l’ha mai provato né ne ha mai avuto bisogno, e il biberon l’abbiamo scoperto solo con la Bionda.
– il ciuccio: idem come sopra. Aiuta, ma non è indispensabile.
– il seggiolone: da 132 euro a 250? Bruna e Bionda hanno iniziato a mangiare su un comodo e lavabilissimo alzasedia della Cam – utile anche da portare in giro – dal costo di circa 40 euro.
– il girello: ma non era non raccomandato?

La Bionda sul fasciatoio-canotto

– fasciatoio, da 75 euro a 349: ok, però io me la sono cavata per tre anni e passa con una specie di canotto della Chicco da venti euro posato sopra un mobile basso.
– lo sterilizzatore: comodo, ma la roba si sterilizza anche in altri modi più economici.
Poi c’è la voce che non riesco a decifrare, ovvero le visite mediche, per un totale, nei circa tre anni da nascita ad asilo, di 740 euro espandibili a 1750. Adesso chiedo io aiuto e mi chiedo quale sia la percentuale delle mamme italiane che non hanno accesso al pediatra di famiglia e siano costrette a rivolgersi a un pediatra privato: qualcuno può dimostrare che sia così alta dal dover rientrare nella lista delle spese che molto probabilmente si dovranno sostenere?
Ah, una voce tremenda davvero – che la lista non riporta – però c’è: se come me lavorate e non avete nonni di appoggio, vi toccherà la tata/baby sitter o il nido, fonti certe di calde lacrime di sangue.

P.S.: per fortuna poi mammaoggi.it un post su come risparmiare l’ha pubblicato. Speriamo che anche quello venga letto quanto l’altro.

Standard

4 thoughts on “Quanto mi costi, figlio mio

  1. Hai proprio ragione! Con il senno di poi ti rendi conto che alcune cose sono davvero inutili, peró queste sono le informazioni che fregano le neomamme al primogenito. Io mi ricordo quando ero incinta la gente intorno a me si sentiva in dovere di dirmi cosa comprare e mi hanno convinto che il trio era vitale! Mannaggia alla debolezza!

    • danito says:

      Sì, ricordo anche io la confusione terribile di quel periodo, pensavo di dover riempire un tir di roba. Almeno il trio l’ho scampato, grazie all’amica di cui sopra 🙂

Vuoi commentare? Puoi!