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Mamma dorme fuori

Domani sera me ne vado a Milano per attività poco divertenti e poco interessanti da sbrigare giovedì mattina, dunque notte fuori grazie all’ospitalità dei nostri migliori amici milanesi, dai quali piomberò a un’ora educata come mezzanotte, mezzanotte e mezza.

A casa rimangono papà, Bionda e Bruna e gli assetti di guerra sono già stati visti e rivisti: tutto normale, ognuno nel suo letto, oppure lui che dorme con tutte e due oppure una con papà e una sotto, nel lettino in camera con la nonna.
Ha vinto l’opzione ultima, il che significa che da bravi genitori debosciati che siamo abbiamo deciso di infliggere alla povera nonna i molteplici risvegli della Bionda, che dopo la mezzanotte si trasforma da brava bimba a terrore della casa, come un perfetto Gremlin. Soprattutto perché ad attenderla al varco non ci sarà Santa Tetta ma al limite Santo Biberon, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare: notte di urla e di passeggiate, di ninnenanneninneo da ripetere a sfinimento della Bruna e della nonna. Il tutto peggiorato da un periodo di intenso scazzo notturno della Bionda – residuo di gastroenterite, denti che spuntano come popcorn o che altro – che mi fa penare già ora che sono ancora a casa.

Il pensiero va ovviamente all’allattamento: è ora di smettere? E chi mi garantisce che la Bionda troverà pace se le tolgo la tetta? E se poi la svezzo e continua a svegliarsi e urlare, mi toccherà rinunciare al comodo “ti metto una tetta in bocca e stai zitta” per passare ad altri metodi non così efficaci (passeggiare di notte cullandola, che incubo)? E io, sono pronta a rinunciare all’allattamento? Al momento tutto privato che unisce me e la mia bambina, anche se sono stanca e sogno una notte (vabbè, facciamo sei ore), di sonno ininterrotto?

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La Bruna

Guerra alla paura, episodio 1

Ci siamo, la Bruna ha iniziato il suo percorso antipanico che si spera ci porterà a scoprire come gestire le sue numerose e strane paure.
Ieri niente di particolare, semplice incontro con la psicologa (anzi,  due), che piano valuterà la Bruna: un po’ di gioco, un po’ di chiacchiere, e una lezione per mamma e papà che a volte hanno poca fiducia in questa ormai quasi treenne e mezzo che pensa molto e poco parla. Timorosi e ansiosi ci aspettavamo una Bruna timida e silente e abbiamo visto per un’ora una bimba sicura di sé, partecipativa e insolitamente chiacchierona.
Per quello che mi riguarda, per oggi abbiamo vinto alla grande la prima battaglia.

P. S.: WordPress per Android (ci ho scritto questo post), mi sembra una figata.

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Papà moderni, mamme moderne?

Ok, c’è questo spot che nella sua semplicità è una piccola rivoluzione. Guardatelo: solo un papà – un po’ rincoglionito ma solo dall’influenza, eh – e i suoi bambini.
Ci rallegriamo tutte, immagino, di questo piccolo traguardo nel mondo della comunicazione, perché oggi tanti papà sono davvero come quello lì, che sa come prendersi cura dei suoi bimbi al punto che la mamma a volte diventa una presenza marginale, non necessaria: lei è via e lì dove sta – al lavoro, a un colloquio, a farsi la tinta – non sta certamente pensando ommioddio chissà quell’imbranato di mio marito come li manderà a scuola, li avrà vestiti troppo, troppo poco, al contrario, magari gli telefono per sentire.
La domanda mi viene spontanea, e non a caso, perché anche io sono così spesso e volentieri: i papà si evolvono, ma le mamme?

David con la Bruna appena nata, tre anni e quasi e mezzo fa

Ricordo i primi mesi di convivenza con la Bruna. David, papà giovane e ben disposto a occuparsi della sua prima pupa, sopporta stoicamente il fuoco di fila delle mie preoccupazioni, ingigantite dall’ormone ancora non stabilizzato: ok hai cambiato il pannolino ma fammi vedere, è stretto, no, è largo, e la crema gliel’hai messa o hai messo il borotalco, il body è quello a mezza manica o ancora quello estivo, le calze quelle no che non van bene, metti queste, e che abbinamento di colore è mai questo, e non sei capace di guardare le etichette che le metti sempre le felpe al contrario? E via dicendo.
Io non so voi, ma se mi ripenso mi trovo insopportabile. Sono ancora così, in parte – non sono certo un concentrato di virtù – ma mi sono imposta di lasciare a David e alle pupe il loro spazio senza me, mamma italiana troppe volte ansiosa e ingombrante. Così quando lui fa il bagno alla Bruna io non entro in bagno per imporre le mie scelte in fatto di shampoo e bagnoschiuma, tanto verrà fuori pulita comunque, non mi immischio quando fanno i loro esperimenti culinari – in frigo di veleni non ce n’è – e cerco fortissimo di farmi gli affari miei. E quando esco, se tutto è normale, io non chiamo lui e lui non chiama me. Sugli abbinamenti del vestiario ancora non ci siamo, ma ci sto lavorando.
Dunque, mamme: loro vanno avanti, ma noi a che punto siamo?

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