La Bionda, La Bruna

Bilancio di salute: bocciata.

No, Bruna e Bionda stanno bene, non è un problema loro. Sono io: da secchiona che ero – agli esami era difficile cogliermi impreparata e paura di dare un esame non l’ho avuta mai – ora tremo davanti al bilancio di salute delle mie figlie perché il pediatra mi interroga e io non ci faccio mai una gran figura.

Insomma, ho portato le Pupe per il bilancio di salute perché andava fatto dato che il nuovo pediatra non le conosceva, e tutto è andato come da copione.

«Signora, la bimba è irrequieta, mi aiuti che facciamo prima: quanto pesa?»
«Mah. Forse dodici chili?»
«Forse? Non la pesa mai? Comunque sono 13 e mezzo.»
«Buono a sapersi!»
«Mi dica, il fluoro glielo dà?»
«Talvolta. Ehm, ma fa caldo in questo studio eh?»
«Va bene, quanto fluoro?»
«Non ne ho la minima idea, me lo scordo sempre. Mi scusi.»
«Non si scusi, la bimba è sua. Le vitamine d e k gliele ha date i primi mesi di vita?»
«Non ricordo bene, ma direi di no.»
«Oook. Ha mica portato i dati registrati alla nascita?»
«No, non pensavo le servissero.»
«Ricorda qualcosa? La circonferenza cranica?»
«Ehrrr, forse cinq…»
«No signora, cinquanta impossibile, quella semmai era la lunghezza.»
«Va bene, allora facciamo che le mando una mail con tutti i dati che le servono, meglio no?»
«Sì, meglio. Ma non li trascriva lei, mi fotocopi gli originali.»

Ripetete il tutto per due bambine e avrete il grado finale del mio imbarazzo. Ho deciso che sulla mia prossima agenda segno tutto e la prossima volta nessuno mi frega più. Sempre se non la dimentico a casa.

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La Bionda, La Bruna, Sorelle, Vita quotidiana

Repetita non serve a niente

Le ore del giorno e della sera passate con la Bruna e la Bionda sono occupate militarmente da una raffica di rimproveri, poveri tentativi di arginare l’esuberanza delle due pupe che a loro modo vogliono scoprire il mondo e piegarlo alle loro esigenze. La Bruna è più grande e quindi in questa fase ci sta sfinendo con un incessante “Cos’è?” rivolto anche alle cose che più le sono familiari  – ma questa è facile, tutto sommato: invece già pensiamo con terrore alla fase successiva, quella del perché – ma ogni tanto regredisce in allegria per fare compagnia alla sorella piccola, che invece è tutta concentrata sull’esplorare fisicamente qualsiasi cosa le stia intorno.

Insomma, ogni giorno non facciamo che dire le stesse cose, sempre quelle, fino alla noia, e mi sorprende che poi io e marito si abbia ancora qualche capacità di conversare con altri termini e locuzioni. E dunque queste sono le frasi che in famiglia vanno alla grandissima:

Alla Bionda in qualsiasi bagno si trovi: «Non leccare lo scopino del cesso!»
Ogni volta che apro la lavastoviglie moltiplicato per due figlie: «Non entrare nella lavastoviglie!»
Alla Bionda appena resta senza pannolino: «Dovevi pisciare proprio adesso?»
Tutto l’inverno, causa nasi perrennemente colanti: «Non pulirti il naso con i vestiti»
Alla Bionda che si è rotta di provare a mangiare con il cucchiaino: «Non mangiare le stelline in brodo con le mani, per favoreeee»
Alla Bionda quando entra in bagno con qualcosa in mano, e sempre troppo tardi: «Non buttarlo nel cesso!»
Io quasi piangendo, quando una delle due è molto malata (cioè quasi sempre): «Per favore, non scambiatevi i bicchieri»
Alla Bionda sul fasciatoio in compagnia del suo spazzolino da denti: «Non grattarti il sedere con lo spazzolino!»
Alla Bionda e alla Bruna quando sono immerse nella vasca da bagno in un mare di sporcizia e detergenti: «La finite di bere l’acqua del bagno?»
Alla Bionda: «La nanna proprio nella cesta pelosa del gatto?»

Se pensate che siano frasi anche solo lontanamente carine e simpatiche, allora non avete figli. Mi consolo pensando che si ripetano allo stesso momento in molte altre case. Se volete contribuire alla lista con i vostri tormentoni, li leggerò volentieri e mi consolerò ancora di più.

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Doppio risveglio

Avendo letto ieri delle notti tempestose di Una mamma in più forse la mia psiche ha emesso delle onde che hanno turbato anche il sonno della Bruna e della Bionda, che stanotte hanno dato il meglio in materia di risvegli.

Le pupe, da qualche settimana, complice lo svezzamento della Bionda, dormono tutta la notte e la cosa a me e marito non pare vera. Però sono state malate, la Bruna parecchio e quindi negli ultimi giorni di malattia ha dormito nel lettone con me. Errore. Lo so, non si fa, ma io non sono quel tipo di mamma, le causerò traumi orrendi e via discorrendo quindi questione chiusa (se mai a qualcuno venisse voglia di farmelo notare nei commenti). Mi rimane solo di lamentarmi un po’, quindi nasce questo post.

Le nostre notti da un mese in qua sono dunque costellate di riposizionamenti notturni vari in giro per casa. Mamma e Bruna e Papà nel lettone, Mamma e Bruna e Bionda nel lettone e Papà che scoraggiato si arrende al divano, Mamma e Bionda nel lettone e Papà nel lettino – scomodissimo, trattasi di Ikea lungo un metro e sessanta – Bruna e Papà nel lettone e Mamma in giro per casa con la Bionda.

Stanotte però le due scassamaroni han deciso di dare il loro meglio insieme.
Ore 3:
La Bionda inizia con il suo tipico: «Mamma. Mamma. Mamma. Mamma.»
Naturalmente il richiamo incessante – mentre io riemergo da un breve sonno post coccolamento della Bruna – sveglia anche quest’ultima, che in tutta la sua vita serenamente non s’è svegliata mai: «Ahhhhhhhh! Ihhhhhhhh! Maaaaammmaaaaa, mammaaaaaaa, maaaaaammmaaaaaaaaa!»

Mi trascino in cameretta e ordino alla Bruna di andare a raggiungere suo padre nel lettone mentre raccolgo dal lettino la Bionda che nel frattempo si è convinta che siano le sette di mattina e cinguetta tutta contenta. Mezzo biberon di latte va giù sperando che faccia il solito effetto sonnifero. Ma quando mai. Dalle tre alle cinque la Bionda mi costringe a cambi di stanza ripetuti: finge di addormentarsi per poi alzarsi di colpo e mettersi a camminare verso un’altra stanza, e ripete questa cosa per circa cinque volte, fino alle cinque quasi e mezza di stamattina.

La sveglia suona come sempre alle sette e come un lombricone esco dal lettone dove siamo finiti tutti e quattro, giurando che la prossima volta la porto giù da sua nonna, che almeno nei momenti di insonnia notturni potrà raccontarsela con la nipotina. Conclusioni non ce ne sono, tranne che stasera spero di restare sveglia al corso e che stamattina alle otto, per consolarmi, avrei voluto essere a Roma per consolarmi con mezzo chilo di pizza di Bonci.

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