Due ore bastano? Ma sì, per iniziare bastano. È la risposta che per un po’ ho silenziosamene accettato in tema di terapie per la Bruna. Due ore la settimana, una di logopedia, una di neuropsicomotricità. Su una bambina di 3 anni e mezzo, quando il mondo che ruota attorno all’autismo grida “intervento precoce intensivo!”
Fai la mamma, non la terapista, mi hanno detto. Non ce la faccio, sono una brava mamma e voglio anche impicciarmi di quel che riguarda i progressi di mia figlia.
È un’abitudine sviluppata con il lavoro, e nel lavoro come nella vita la frase “ma sì, tanto per iniziare facciamo così”, ovvero facciamo poco, improvvisiamo, andiamo a tentativi non mi entusiasma.
Iniziare bene significa portarsi avanti e avere dei vantaggi dopo. Io lavoro nel social media management, cerco di dare un senso alla presenza online di chi ha una piccola attività e incontro per prima cosa la paura che deriva dalla poca confidenza con un mezzo: non so cos’è un dominio, non so cos’è WordPress, non so cos’è un hosting, per iniziare avere un sito tutto mio è troppo, mi accontento.
Non lo è. Basta qualche ora su Google per farsi un’idea e su Facebook, ad esempio, si trova sempre l’amico che ne sa qualcosa e può aiutare. Non si tratta di farsi un sito studiatissimo ma di andare online con due o tre cose basilari: un nome, uno spazio confortevole, un posto d gestire in autonomia. Poi si impara meglio, ma iniziare bene ti mette in condizione di poter lavorare bene e crescere bene.
È per questo che anche con la Bruna credo possa funzionare così: se facciamo uno sforzo adesso credo che capitalizzeremo per il futuro. Vogliamo iniziare bene: ci costerà qualcosa ma sono convinta che ci darà indietro molto di più. Per rimanere nell’esempio, questo è il ROI, il ritorno sull’investimento personale su cui abbiamo voglia di scommettere.