La Bruna, lavori da mamma

Per iniziare, tanto vale iniziare bene (il ROI e mia figlia)

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Due ore bastano? Ma sì, per iniziare bastano. È la risposta che per un po’ ho silenziosamene accettato in tema di terapie per la Bruna. Due ore la settimana, una di logopedia, una di neuropsicomotricità. Su una bambina di 3 anni e mezzo, quando il mondo che ruota attorno all’autismo grida “intervento precoce intensivo!”

Fai la mamma, non la terapista, mi hanno detto. Non ce la faccio, sono una brava mamma e voglio anche impicciarmi di quel che riguarda i progressi di mia figlia.

È un’abitudine sviluppata con il lavoro, e nel lavoro come nella vita la frase “ma sì, tanto per iniziare facciamo così”, ovvero facciamo poco, improvvisiamo, andiamo a tentativi non mi entusiasma.

Iniziare bene significa portarsi avanti e avere dei vantaggi dopo. Io lavoro nel social media management, cerco di dare un senso alla presenza online di chi ha una piccola attività e incontro per prima cosa la paura che deriva dalla poca confidenza con un mezzo: non so cos’è un dominio, non so cos’è WordPress, non so cos’è un hosting, per iniziare avere un sito tutto mio è troppo, mi accontento.

Non lo è. Basta qualche ora su Google per farsi un’idea e su Facebook, ad esempio, si trova sempre l’amico che ne sa qualcosa e può aiutare. Non si tratta di farsi un sito studiatissimo ma di andare online con due o tre cose basilari: un nome, uno spazio confortevole, un posto d gestire in autonomia. Poi si impara meglio, ma iniziare bene ti mette in condizione di poter lavorare bene e crescere bene.

È per questo che anche con la Bruna credo possa funzionare così: se facciamo uno sforzo adesso credo che capitalizzeremo per il futuro. Vogliamo iniziare bene: ci costerà qualcosa ma sono convinta che ci darà indietro molto di più. Per rimanere nell’esempio, questo è il ROI, il ritorno sull’investimento personale su cui abbiamo voglia di scommettere.

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Grandi tappe, La Bruna

Due anni fa

Domani andremo tutti a un matrimonio. Specifico che andremo tutti perché ci siamo chiesti se portare o meno la Bruna, e poi ci siamo detti che dobbiamo provarci. Ora vi spiego perché.

Esattamente due anni fa andavamo al matrimonio della zia C.: so che lei non me ne vorrà se confesso che di quel giorno ho pochi ricordi perché il ricordo della crisi spaventosa della Bruna li ha coperti tutti. Quello è stato il giorno in cui io e David ci siamo guardati in faccia e abbiamo smesso di raccontarci che con la nostra figlia maggiore andava tutto bene e che ci siamo detti che era arrivata l’ora di chiedere aiuto.

La Bruna al matrimonio

La Bruna il giorno del matrimonio della Zia C., il giorno in cui tutto è cambiato.

La Bruna non è mai stata una bambina problematica, tranne in alcune occasioni come le feste di compleanno – ancora un discreto spauracchio per lei – e i matrimoni e in genere le feste in cui c’è casino. La puoi portare nel più affollato centro commerciale dove anche un adulto diventa idrofobo dopo cinque minuti e lei niente, è perfettamente a suo agio. Le puoi far fare una spesa di un’ora abbondante e lei sarà sempre sorridente e collaborativa (tranne in caso di fame), ma alcune feste erano e sono davvero la sua kriptonite.

Non so se l’ho mai raccontato per esteso, se l’ho fatto abbiate pazienza, mi ripeterò. Quel giorno lì tutto bene fino all’uscita dalla chiesa degli sposi e il trasferimento al ristorante per la cena. La Bruna si addormenta in macchina e viene portata al ristorante ancora addormentata, nel passeggino. Come è normale, gli invitati cominciano a festeggiare gli sposi a suon di brindisi. Il volume si alza sempre più, la Bruna si sveglia. Non dimenticherò mai, mai la sua espressione di terrore al risveglio. Niente riesce a calmarla se non per qualche secondo, a nulla serve portarla fuori. Poi è sera, fa freddo, fuori non si può stare a lungo, proviamo a entrare e vediamo come va, ci diciamo. Va malissimo, di male in peggio. Dopo un po’ decido di prendere Bionda – lei però assai divertita dalla situazione festaiola, poverina – e Bruna e andare a casa per metterle a letto e passare una notte tranquilla. Mi sbaglio: arrivati a casa la Bruna inizia a vomitare ogni mezz’ora e così avanti fino quasi al mattino per la tensione accumulata. Le capita ancora, raramente ma capita: quando le emozioni diventano fisicamente incontenibili lei le espelle, fisicamente.

Quel che è venuto subito dopo bene o male già lo sapete. Quindi domani andiamo a questo matrimonio e vediamo come andrà a finire. Quella bimba di due anni fa per molti versi non esiste più ma il lupo cattivo, che è un filo più domestico ma non se ne è andato e non se ne andrà mai, può fare la sua comparsa in qualsiasi momento. Ma noi siamo un fronte compatto, non evitiamo più, affrontiamo e valutiamo, elaboriamo strategie: come guardie del corpo conosciamo uscite di sicurezza e ripari sicuri, fisici e psicologici. Magari questa volta ci arriviamo a mangiare la torta nuziale.

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La Bionda, La Bruna, Vita quotidiana

Propositi per l’autunno: ABA o non ABA?

Questa strana estate-non-estate sta quasi per finire ed essendo settembre il vero inizio dell’anno anche per noi stanno per ripartire e partire un po’ di cose importanti.

vacanze germania bambini

Bionda e Bruna in lettura prima della nanna durante le nostre vacanze tedesche

La Bionda inizierà la scuola materna e staremo a vedere come la sua voglia di protagonismo si adatterà alla convivenza forzata con altri 25 bambini. Saranno i tre anni, sarà che prima o poi un essere umano avverte l’esigenza di mostare la forza della propria personalità, non lo so, ma so che questo sarà un passaggio delicato per lei e che dovremo stare attenti a non sopravvalutare le sue forze pensando che l’inserimento sarà uno scherzo. Soprattutto perché Bionda e Bruna non saranno nella stessa classe e la presenza della sorella maggiore – su cui fare perno e sulla quale vegliare costantemente – è un punto fermo della vita della Bionda.

Ma si deve cambiare e soprattutto c’è bisogno che questa treenne faccia un percorso indipendente e non senta l’esigenza di essere l’angelo custode della Bruna.

La Bruna: dopo agosto, il mese in cui gli autistici smettono di esserlo – no terapie, no indennità di frequenza – ricomincia tutto e da quest’anno qualcosa in più. Oltre alla logopedia e alla psicomotricità abbiamo deciso di valutare un percorso di ABA, una terapia che vedrà la Bruna affiancata da un supervisore che provvederà a formare noi e le figure che si occupano di lei, sperando di avere la consueta collaborazione di tutti. L’impegno di tempo ed economico è (eufemismo), importante, ma pensiamo vada la pena tentare negli anni che precedono l’ingresso alle elementari.

Come sempre: ce la faremo. Ora però pensiamo ai nostri due ultimi giorni di vacanza tedesca, molto molto apprezzata per tanti versi, prendiamo fiato e ripartiamo.

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