E così feste varie, cerimonie di ogni tipo e qualsiasi cosa comprenda la compresenza di più di venti adulti pronti a festeggiare cantando, brindando e facendo qualsiasi altra cosa, possibilmente a squarciagola.
Perché la Bruna s’impanica. Il che non rende l’idea. La Bruna diventa matta, le viene la faccia di chi ha visto Alien da molto vicino e le lacrime di chi ha intravisto la fine del mondo. E urla, piange, si dibatte, non ne vuole sapere di ragionare. Insomma, è fobia. Non sempre, non in tutte le situazioni sociali, il che rende più complicato capire cosa cacchio le prenda.
Venerdì scorso ci aspettava il matrimonio della zia, e tutto è stato molto bello e divertente fino a quando – giustamente – gli amici degli sposi hanno voluto festeggiarli come si fa a ogni matrimonio. Risultato: dopo un’ora e mezzo ho preso armi e bagagli, ovvero la Bruna e la Bionda, la quale poverina invece in mezzo al casino si stava divertendo un mondo, e le ho portate a casa. Fine del divertimento, e nemmeno una fettina della goduriosa torta nuziale per me. La mattina dopo, per aggiungere un bel carico da 90, la Bruna aveva la febbre e il vomito in puro stile Linda Blair: e no, non ha sclerato perché stava male, è stata male a forza di sclerare.
Insomma, se passa di qua qualcuna che condivide la vita con un soggetto come la Bruna saranno graditi suggerimenti, pacche sulle spalle e indicazioni di quando accidenti queste fobie smettono di manifestarsi.
E no, non sono incazzata perché non ho festeggiato a dovere, ma perché non so come aiutare una bambina che sta così male. Ergo, il prossimo passo sarà probabilmente il ricorso all’opinione di un professionista dell’età infantile.
Dio se ti capisco: la gioppina rifugge letteralmente ogni rumore sopra il parlato. Quindi: niente musica forte, niente scoppi di palloncini, figuriamoci i fuochi artificiali (nemmeno da lontano). Lei ha sei anni, e con molta lentezza sta prendendo coscienza del problema: ma non è una soluzione, è solo capire che non ce la fa.
Per ora stiamo lontani, con sacrificio dei grandi: quando verrà il momento proveremo a spingere (ma non so mica se è giusto).
Infatti, proprio perché non so cosa sia giusto vorrei sentire un’opinione professionale in merito. Ne ho parlato una volta con una psicologa e mi diceva che non sono casi così infrequenti, e che comunque dopo un po’ è il caso di provare ad affrontare almeno un po’ queste paure insieme al bambino. Un po’ ha funzionato, ma quando si passa un certo limite poi non c’è ritorno, solo la fuga, immagino che saprai di cosa sto parlando.
abbiamo avuto problemi simili con la grande (quando era più piccola). In effetti l’aiuto di una psicologa infantile è stato indispensabile quantomeno per placare la mia ansia che di certo non la aiutava. Crescendo Caterina è diventata consapevole delle sue paure, (che sono diminuite parecchio), ma ha cmq solo 10 anni e in questo momento siamo di nuovo in ballo con la specialista. Insomma, piccole ansiose crescono, a noi il dovere di aiutarle nel migliore dei modi e riconoscendo i nostri limiti!
È confortante sapere che poi crescendo in qualche modo queste paure si ridimensionano, grazie 🙂 Anche noi comunque andremo a sentire una psicologa infantile, soprattutto perché a volte davvero rimaniamo così spiazzati che non sappiamo più come comportarci.
Ma stellina! Deve essere una bimba molto sensibile… Anche il mio grande lo è molto, odia i rumori e il caos, ma non ha mai avuto crisi così, lui sbianca e mi chiede di andare via. All’asilo era un problema, sta migliorando, ma anche oggi è tornato col mal di testa per il troppo rumore. Fai bene a sentire uno specialista,poi facci sapere! Morna
Grazie Morna, ecco, per esempio l’asilo è un classico esempio di un luogo che si direbbe insopportabile per la Bruna – bimbi che schiamazzano, caos continuo – e invece no, mentre a volte le cose più disparate e insospettabili – l’accesione di una candelina, il rumore di una tagliaerba in lontananza – la gettano nel panico. Attendiamo con ansia di capirne di più.
Ciao Daniela! Ho letto con immensa goduria tutto il tuo blog, ovviamente non perché gli argomenti trattati siano poi così divertenti, quanto perché finalmente riesco a rispecchiarmi in qualcuno per quanto riguarda i comportamenti assurdi di mio figlio! Prima di leggere della tua quotidianità mi sentivo così sola e incompresa… Mi ha aiutato tanto sapere che altri genitori hanno affrontato e superato bene questi brutti momenti! Io ho una situazione un po’ diversa, il mio bimbo di quasi 2 anni è affetto da una rarissima sindrome genetica (al momento senza diagnosi certa) con grave ritardo psicomotorio. Inizialmente credevamo quest’ultimo responsabile di tanti suoi comportamenti, compreso il fatto che evita da sempre il nostro sguardo. Oggi abbiamo capito che c’è di mezzo anche l’autismo, e x noi è molto difficile capire i confini tra sindrome e autismo.. Cosa è dovuto all’una e cosa all’altro. Posso però dire che mi rispecchio totalmente in questo post, quante fughe abbiamo fatto anche noi..! Ci stiamo rassegnando a rimanere in casa ormai. Voglio chiederti, ora che la bruna a 5 anni cosa è migliorato? Non posso fare paragoni perché mio figlio ha un ritardo importante, ancora non cammina nè ha intenzioni comunicative, ma non mi capita mai di trovare qualcuno che vive ho ha vissuto questo tipo di situazioni per fare un minimo di confronto e magari rincuorarmi… Ti ringrazio se vorrai raccontarmi come sono evolute queste crisi!
Ciao Laura,
che piacere incontrarti, mi hai riportata indietro di quattro anni che sembrano una vita fa: al tempo di quel post lì eravamo proprio all’inizio della scoperta dell’autismo e rileggermi mi ha fatto capire non solo quanto fossi inconsapevole, più o meno in maniera volontaria. Forse per te questa cosa non ha lo stesso valore che ha per me ma la consapevolezza è un punoto di partenza enorme che forse vi darà dei vantaggi in termini di interventi (prima è meglio è, questo è sicuro).
Cosa posso dirti, a distanza di quattro anni (ormai la Bruna ne ha sei e qualcosa), questa cosa è cambiata molto: la paura c’è sempre ma c’è la capacità di ragionarci su e di mantenere la calma quel che basta per trovare un’alternativa. Invece di essere dominata dal panico ora la Bruna è disposta ad ascoltare e capire se una cosa è davvero intollerabile e, se non lo è, è capace di andarsene via quando le è possibile o comunque di chiederci di allontanarci. A quel tempo non parlava e ora il linguaggio ci aiuta moltissimo ma penso che anche se non sapesse parlare ora comunque sarebbe in grado di comunicarci cosa le è gradito e cosa non lo è senza andare nel panico più totale. Per cui non entra nei bagni pubblici se ci sono gli asciugamani ad aria (o se ci entra fa più in fretta possibile), e al momento delle candeline alle feste di compleanno sta a debita distanza ed è un grande traguardo rispetto a un attacco di panico ingovernabile.
C’è comunque la sua sensibilità individuale in ballo: abbiamo capito che a un certo punto forse non è necessario da parte nostra insistere per farle fare qualcosa che davvero le è sgradito e insopportabile se questa cosa non compromette la sua capacità di stare nel mondo: esempio banale, se si facesse la pipì addosso per non entrare in un bagno pubblico sarebbe un problema da gestire molto diverso, accettare di entrare e farmi giurare che non userò l’asciugamano ad aria ci può stare 🙂 Magari sarà in grado di farlo anche se dovesse entrarci con un’amichetta e i suoi genitori mentre io o suo papà non ci siamo. Spero di essermi spiegata!
Ricorda che l’autismo è unico in ogni bambino, a volte poi nel vostro caso le cose si complicano perché entrano in ballo altri fattori: la lucidità e la capacità di agire precocemente sono vostri alleati. Vi abbraccio forte anche se non ci conosciamo e se ti va possiamo di sicuro rimanere in contatto, ne sarei molto felice 🙂
Daniela
Certo, mi farebbe molto piacere! Tra l’altro ho dimenticato di dire che ho anche io una bambina più piccola, ora 4 mesi, con il primo hanno 1 anno e mezzo esatto di differenza.. L’abbiamo fortemente voluta x tanti motivi ed è la nostra ancora di salvezza, ma adesso (anche se pare stia benissimo) le paranoie su di lei, considerata ad alto rischio autismo, sono inevitabili. Sono certa puoi immaginare i miei livelli di stress… Questa tua frase esprime meglio di qualsiasi altra il concetto: “occuparsi di tuo figlio disabile senza filtrarlo prima tra le maglie appiccicose dell’arrovellamento infinito”. Poi c’è lui che ogni 2 mesi ha febbri apocalittiche, è broncolabile, per cui finiamo spesso in pronto soccorso (2 volte addirittura in terapia intensiva).. Ho letto che anche tua figlia si ammalava spesso e chissà allora se questa debolezza del suo sistema immunitario non c’entri anche con l’autismo.. Potrei sottoscrivere l’80% dei tuoi post in pratica… E sono felice di sapere che oggi le cose vadano meglio! Forse noi non avremo la gioia di sentirlo parlare, forse si, quello che è sicuro è che siamo solo all’inizio di questo viaggio di comprensione reciproca e possiamo provare a fare tante cose, anche se i medici si rifiutano di fare diagnosi di autismo prima dei 3 anni! Assurdo!! Se ti va ci possiamo sentire anche telefonicamente x una chiacchierata, un abbraccio!