Ok, c’è questo spot che nella sua semplicità è una piccola rivoluzione. Guardatelo: solo un papà – un po’ rincoglionito ma solo dall’influenza, eh – e i suoi bambini.
Ci rallegriamo tutte, immagino, di questo piccolo traguardo nel mondo della comunicazione, perché oggi tanti papà sono davvero come quello lì, che sa come prendersi cura dei suoi bimbi al punto che la mamma a volte diventa una presenza marginale, non necessaria: lei è via e lì dove sta – al lavoro, a un colloquio, a farsi la tinta – non sta certamente pensando ommioddio chissà quell’imbranato di mio marito come li manderà a scuola, li avrà vestiti troppo, troppo poco, al contrario, magari gli telefono per sentire.
La domanda mi viene spontanea, e non a caso, perché anche io sono così spesso e volentieri: i papà si evolvono, ma le mamme?
Ricordo i primi mesi di convivenza con la Bruna. David, papà giovane e ben disposto a occuparsi della sua prima pupa, sopporta stoicamente il fuoco di fila delle mie preoccupazioni, ingigantite dall’ormone ancora non stabilizzato: ok hai cambiato il pannolino ma fammi vedere, è stretto, no, è largo, e la crema gliel’hai messa o hai messo il borotalco, il body è quello a mezza manica o ancora quello estivo, le calze quelle no che non van bene, metti queste, e che abbinamento di colore è mai questo, e non sei capace di guardare le etichette che le metti sempre le felpe al contrario? E via dicendo.
Io non so voi, ma se mi ripenso mi trovo insopportabile. Sono ancora così, in parte – non sono certo un concentrato di virtù – ma mi sono imposta di lasciare a David e alle pupe il loro spazio senza me, mamma italiana troppe volte ansiosa e ingombrante. Così quando lui fa il bagno alla Bruna io non entro in bagno per imporre le mie scelte in fatto di shampoo e bagnoschiuma, tanto verrà fuori pulita comunque, non mi immischio quando fanno i loro esperimenti culinari – in frigo di veleni non ce n’è – e cerco fortissimo di farmi gli affari miei. E quando esco, se tutto è normale, io non chiamo lui e lui non chiama me. Sugli abbinamenti del vestiario ancora non ci siamo, ma ci sto lavorando.
Dunque, mamme: loro vanno avanti, ma noi a che punto siamo?