Ho iscritto la Bruna alle elementari. Per qualche giorno ho fatto finta di nulla e poi basta, ho cominciato a pensare a tutte le buone ragioni per cui è necessario che mia figlia vada alle elementari.
Imparare a leggere, per esempio, visto il tempo che passa a sfogliare i libri raccontandosi la trama: mi dicono anche che saper leggere probabilmente sarà un modo in più per imparare a pronunciare bene le troppe parole ancora poco comprensibili che escono dalla sua bocca.
Fare un anno aggiuntivo all’asilo non è una decisione semplice perché non c’è una regola che valga per tutti, tutto dipende dalle valutazioni che famiglia, scuola e terapisti fanno insieme per decidere di chiedere la permanenza per l’anno di saldatura. Nel nostro caso eravamo tutti d’accordo, lo è stato anche il collegio docenti e alla fine i fatti ci stanno dando ragione. Sta funzionando perché:
- La classe mista favoriva la permanenza: compagni e compagne più giovani della Bruna le stanno ancora facendo compagnia all’asilo e le hanno permesso di distaccarsi senza troppi problemi dai compagni che sono andati alle elementari.
- L’insegnante di sostegno è sempre la stessa dal primo anno: il suo rapporto e il suo modo di lavorare con la Bruna sono stati e sono una risorsa di valore, per continuità e qualità. Più in generale, l’appoggio delle maestre e dell’educatrice, che per la Bruna è un vero punto di riferimento, sono state altre motivazioni prese in cosiderazione.
- Ci lascia ancora un po’ di tempo per concentrarci su logopedia, neuropsicomotricità e ABA che non finiranno alle elementari ma in questo momento – soprattutto ABA – può occupare un po’ di tempo che poi dovremo dirottare anche su altro.
I risultati, piano piano, si vedono: attenzione, capacità di esprimersi, più sicurezza in sé e la conquista di un briciolo di autonomia in più sono pilastri in grado di sorreggerla quando tra sette mesi si apriranno le porte di un mondo tutto nuovo.